Specializzazione dei corsi e loro evoluzione dalla fondazione al 2010

 

Dal volume “ … una scuola per la vita… 50 anni di ITIS “  a cura di Fulvio Palma e Marcello Paci -  Aras Edizioni

La prima specializzazione dell’ITIS fu la Metalmeccanica Industriale, attivata nell’anno scolastico 1961-62, successivo all’anno di fondazione.

In quell’anno, in aggiunta  alle sette classi prime e a cinque classi seconde del biennio, si costituì anche  una terza di Meccanica formata da studenti che provenivano da scuole diverse, della provincia e di fuori provincia, attirati dalla nuova realtà scolastica di Urbino.

Si comprese subito che il progetto dell’ITIS rispondeva bene a una forte esigenza del territorio che voleva  crescere e svilupparsi rapidamente; la nuova istituzione scolastica era apprezzata da tutti, imprenditori, amministratori e allievi.

Le famiglie di provenienza degli studenti erano di varia estrazione sociale, anche modesta, con nuclei familiari di origine rurale, spesso urbanizzati a partire dagli anni ’50. Quelle famiglie vedevano nell’ITIS uno strumento essenziale per il proprio riscatto sociale, per la crescita formativa dei figli, per garantire loro un futuro solido, un ruolo sociale di prestigio e di grande soddisfazione. Con queste premesse l’ITIS non poteva che essere destinato al successo.

I primi laboratori meccanici, predisposti nella sede storica del Collegio Raffaello, furono i laboratori di Aggiustaggio e di Saldatura, l’aula di Disegno e il laboratorio di Fisica.

La specializzazione Metalmeccanica individuava il nuovo profilo professionale del perito meccanico, con le mansioni di responsabilità che doveva saper affrontare e svolgere:

-          Comprendere manuali d'uso, documenti tecnici vari e redigere brevi relazioni.

-          Predisporre il ciclo di produzione e la documentazione tecnica necessaria, programmare l'impianto e renderlo funzionante per i diversi processi metallurgici, monitorare il processo e verificare il prodotto finale.

-          Progettare macchine operatrici mettendone a punto la regolazione mediante cicli di lavoro e controllando la qualità del prodotto, anche attraverso la variazione dei parametri tecnici di processo.

-          Operare in gruppi di progettazione e ricerca, esercitandone il coordinamento; documentare e comunicare adeguatamente gli aspetti tecnici e organizzativi del proprio lavoro.

 

Nell’anno scolastico 1962-63, grazie a una visione lungimirante, l’ITIS si dotò di un Ufficio Tecnico, per la gestione degli strumenti e dei macchinari di cui l’istituto andava rifornendosi rapidamente.

Intanto la specializzazione Meccanica si arricchì dei laboratori di Torneria e Macchine utensili e si costituirono due classi terze e una classe quarta meccanica.

Nello stesso anno fu attivata la specializzazione di Chimica Industriale.

Nelle intenzioni dei fondatori, di Enrico Mattei e dell’ENI, questa nuova specializzazione doveva garantire una formazione di base altamente qualificata per la ricerca nel settore petrolchimico e per lo sviluppo dell’industria chimica nella provincia e in generale nel paese.

Fin dall’anno precedente, in vista dell’imminente apertura della specializzazione Chimica, l’Eni aveva rifornito l’istituto delle attrezzature per il laboratorio di Chimica qualitativa e nel ‘62-63 fu allestito anche il laboratorio di Chimica quantitativa e organica, insieme all’aula delle bilance e a due aule di preparazione, funzionali ai due laboratori. La nuova specializzazione fu accolta con entusiasmo e si formarono immediatamente tre classi terze di Chimica.

Il profilo formativo del perito chimico rispondeva a diverse funzioni:

-          Comprendere i manuali d'uso della strumentazione analitica e le metodiche per le analisi di controllo nel settore chimico e petrolchimico.

-          Gestire gli impianti con compiti di controllo.

-          Operare nelle varie fasi del processo chimico-analitico, dal campionamento al referto, attraverso l’individuazione del metodo più opportuno e l'elaborazione statistica dei dati rilevati.

-          Operare in gruppi di progettazione e ricerca, esercitandone il coordinamento; documentare e comunicare adeguatamente gli aspetti tecnici e organizzativi del proprio lavoro.

In quell’anno ’62-63, grazie alla nuova specializzazione, cominciarono a iscriversi all’ITIS anche alcune ragazze. Quell’anno se ne iscrissero 17; nei due anni successivi il numero di allieve aumentò.

In seguito l’ITIS ebbe ogni anno un numero costante di allieve, ma ridotto rispetto ai maschi, con un massimo di 86 ragazze nel 1989-90. Di solito le iscritte erano attratte dalle specializzazioni di Chimica  e  di Elettronica; ancora oggi scelgono la Chimica, l’Elettronica e l’Informatica.

 

L’anno successivo, 1963-64, fu la volta della specializzazione di Elettronica industriale. La nuova specializzazione s’inaugurò con la costituzione immediata di due classi terze.

Il collegio Raffaello non era più sufficiente ad accogliere tutte le aule e i laboratori, così l’Istituto si dovette ampliare utilizzando alcuni locali del seminario arcivescovile ristrutturati ad hoc, in piazza Rinascimento, di fronte al palazzo Ducale. In questa sede furono organizzati i nuovi laboratori dell’Elettronica: Officina elettrotecnica, Misure elettriche ed Elettronica industriale.

Il profilo professionale del perito elettronico rispondeva alle seguenti competenze:

-          Comprendere manuali d'uso, documenti tecnici vari e redigere brevi relazioni.

-          Analizzare e dimensionare reti elettriche lineari e non lineari.

-          Analizzare le caratteristiche dei sistemi di generazione, elaborazione e trasmissione di suoni, immagini e dati.

-          Partecipare al collaudo e alla gestione di sistemi di controllo degli impianti, sovrintendendo alla loro manutenzione.

-          Operare in gruppi di progettazione e ricerca, esercitandone il coordinamento; documentare e comunicare adeguatamente gli aspetti tecnici e organizzativi del proprio lavoro.

Intanto gli studenti continuavano a crescere; in quell’anno, il quarto dalla fondazione, si era arrivati a 708 allievi! Anche le classi del triennio crescevano: quell’anno, oltre alle due nuove classi terze di Elettronica, si ebbero due terze di Meccanica e tre di Chimica; due classi quarte rispettivamente di Meccanica e di Chimica e, per la prima volta, una classe quinta di Meccanica, quella classe che nel 1961-62 aveva dava inizio alla specializzazione Meccanica, con alunni tutti provenienti da altre scuole.

La crescita straordinaria, con la nascita delle specializzazioni da un anno all’altro, si attestò nel 1965-66, con l’attivazione di Elettrotecnica, l’ultima delle specializzazioni storiche che avrebbero caratterizzato l’ITIS durante il suo lungo percorso. In quell’anno scolastico si sarebbero formate due classi terze di Elettrotecnica.

Il profilo professionale del perito elettrotecnico prevedeva le seguenti abilità:

-          Comprendere manuali d'uso, documenti tecnici vari e redigere brevi relazioni.

-          Analizzare le caratteristiche funzionali dei sistemi, anche complessi, di generazione, conversione, trasporto e utilizzazione dell'energia elettrica.

-          Partecipare al collaudo, alla gestione e al controllo di sistemi elettrici anche complessi, sovrintendendo alla manutenzione degli stessi.

-          Operare in gruppi di progettazione e ricerca, esercitandone il coordinamento; documentare e comunicare adeguatamente gli aspetti tecnici e organizzativi del proprio lavoro.

 

Nel periodo dal 1966 al 1985 non avvennero cambiamenti nell’organizzazione e nella struttura didattica dei trienni di specializzazione.

In quegli anni, si provvide alla costruzione del nuovo edificio scolastico, struttura innovativa e complessa, capace di accogliere le classi del biennio e tutte le specializzazioni, che si trasferirono a scaglioni nella nuova sede di via Luca Pacioli.

Il 1 Ottobre 1972, tutte le classi del biennio e la specializzazione di Meccanica industriale si trasferirono nei primi due lotti del nuovo stabile ormai completati. Le altre tre specializzazioni invece rimasero ancora nella sede storica di piazza della Repubblica e in piazza Rinascimento.

Nel 1981 si completò il passaggio dai locali del centro storico alla nuova sede, con l’ultimo trasferimento che riguardava la specializzazione di Chimica.

In quei due decenni, le specializzazioni si consolidarono e l’istituto mantenne costante un alto numero di iscritti. Infatti le classi furono sempre numerose con alcuni picchi rilevanti; in alcuni anni si formarono 40 e più classi: tra il 1967 e il 1971; tra il 1976 e il 1978; tra il 1984 e il 1993. In particolare, nel 1985 si formarono 44 classi e, negli anni successivi fino al 1993, si formarono da un minimo di 42 a un massimo di 46 classi.

In generale, nei suoi cinquant’anni di storia, l’istituto non ha mai subito gravi crisi nel numero degli iscritti, nonostante gli stravolgimenti politici e sociali, anche tumultuosi, avvenuti nel corso degli anni e nonostante i cambiamenti non sempre migliorativi imposti dalle numerose riforme scolastiche. Infatti le famiglie hanno sempre compreso che un diploma di perito industriale conseguito nell’Istituto Mattei, garantisce, da un lato, buona formazione professionale e sbocchi lavorativi immediati, con ampia possibilità di scelta del settore lavorativo, e d’altro lato, garantisce una qualificata prosecuzione degli studi in vari ambiti a livello universitario.

A questo periodo di stabilizzazione dell’Istituto nei due decenni precedenti al 1985, corrispose un’evoluzione radicale nella realtà produttiva e sociale del paese e dell’intero pianeta, che si andava modificando a grandi passi. Si stava preparando la globalizzazione economica e per ottenerla erano necessarie alcune condizioni essenziali, tra le quali lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa e una conoscenza sempre più diffusa della lingua internazionale, cioè dell’inglese. Inoltre si stava sviluppando una nuova coscienza ecologista che sarebbe sempre più cresciuta negli anni successivi, promuovendo  i temi della tutela ambientale, dello sviluppo sostenibile  e delle energie alternative. L’ITIS, come le altre istituzioni scolastiche, doveva essere pienamente coinvolto in queste innovazioni sociali, doveva essere pronto a comprenderle, doveva formare giovani in grado di interagire in modo sicuro e costruttivo con un mondo sempre più complesso.

In quell’anno scolastico ’85-86, il MPI, nell’intento di riorganizzare i vari corsi di studi alla luce dei profondi cambiamenti in atto, concesse alcune sperimentazioni che avrebbero avuto il loro naturale compimento nel decennio successivo, con l’istituzione dei nuovi Ordinamenti Ministeriali.

Le sperimentazioni erano rivolte ai trienni di specializzazione:

-          Il Progetto  “DEUTERIO”  per la Chimica

-          Il Progetto  “AMBRA 3”  per l’Elettronica e l’Elettrotecnica.

Con questi progetti il Ministero dell’Istruzione adottò nuovi programmi per le discipline tecniche d’indirizzo inserendo anche nuove materie di studio.

Entrambe le sperimentazioni prolungarono gli insegnamenti di Lingua inglese, di Matematica e di Economia fino al quinto anno (in precedenza si fermavano al quarto).

Apportando un aumento orario negli insegnamenti di Matematica, Economia e Inglese, si volle sottolineare l’importanza di conseguire una buona preparazione scientifica di base, di possedere nozioni generali di economia e una conoscenza efficace della lingua inglese, diventata ormai la lingua comunicativa e tecnico-scientifica mondiale.

Inoltre il Deuterio introdusse la Chimica delle fermentazioni.

Con questa nuova disciplina, il profilo professionale del perito chimico si arricchì di una nuova funzione di grande rilievo, la cui esigenza era emersa fortemente negli anni precedenti di intensa produzione industriale, cioè la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, spesso tossici, che provocano inquinamento. Era giunto il momento per i chimici di affrontare il problema degli inquinamenti e della tutela ambientale.

L’Ambra 3 invece introdusse il Laboratorio di Tecnologia, Disegno e Progettazione e Sistemi Automatici che arricchì il profilo professionale del perito elettronico ed elettrotecnico, facendo propri ambiti di grande interesse collettivo e in forte espansione:

-          l’informatizzazione dei processi, che coinvolgeva ormai tutti i livelli formativi e produttivi;

-          le telecomunicazioni per Elettronica e l’automazione per Elettrotecnica che con il loro grande sviluppo, richiedevano figure peritali capaci di progettare, realizzare, collaudare e gestire i nuovi sistemi comunicativi e di controllo sempre più richiesti dal mercato mondiale.

 

Nell’anno scolastico 1987-88, il MPI completò l’azione iniziata due anni prima e istituì la sperimentazione specifica per la specializzazione di Meccanica:

-          Il Progetto “ERGON”.

Anche l’Ergon prolungò al quinto anno gli insegnamenti di Inglese, Economia e Matematica e inserì nuove discipline: Sistemi ed Automazione industriale.

Anche per la specializzazione di Meccanica si richiedeva una formazione di base mirata e una miglior conoscenza dell’inglese; inoltre il profilo professionale si arricchì di una nuova funzione legata all’innovazione delle macchine automatiche e dei robot, settore in forte espansione. Infatti le industrie tendevano sempre più ad automatizzare i processi di produzione, modificando così radicalmente la struttura delle fabbriche e i compiti degli operai in tutta la filiera produttiva. In questo contesto, la figura del perito meccanico ampliò il suo ruolo aggiungendo la funzione di responsabilità nella progettazione, realizzazione e gestione di macchine automatizzate e di organi di macchine da movimentare. 

 

Nell’anno scolastico 1988-89, dopo gli interventi di rinnovamento dei corsi di specializzazione, il MPI autorizzò il progetto “BASIT ”, elaborato dall’ITIS, che si rivolse al biennio, introducendo nuovi programmi e nuove discipline di studio; in particolare introdusse l’area sperimentale Informatico -Tecnologica, considerando indispensabile la formazione informatica dei ragazzi, fin dal primo anno di scuola superiore.

L’ipotesi sperimentale del progetto non modificò sostanzialmente il quadro orario delle materie di studio, ma intervenne sui programmi e sull’organizzazione didattica:

-          Introduzione di nuovi programmi di Matematica

-          Introduzione dell’Informatica nell’ambito della Fisica

-          Trasformazione della disciplina di Disegno in Disegno e Tecnologia, che prevedeva la copresenza tra i docenti di Disegno e i reparti di lavorazione, grazie alle figure degli ITP.

Le finalità del Basit, nelle due versioni sperimentate,  erano:

-          Realizzare un miglior raccordo con le scuole medie

-          Realizzare un miglior raccordo con i trienni di sperimentazione, sviluppando fin dal biennio abilità da loro richieste come prerequisiti fondamentali

-          Valorizzare gli ITP qualificandoli professionalmente come figure di raccordo tra le discipline scientifiche e tecniche.

 

Finalmente, nell’anno scolastico 1995-96, furono definiti i nuovi ORDINAMENTI MINISTERIALI e le quattro specializzazioni storiche diventarono INDIRIZZI.

Infatti vista la buona riuscita delle sperimentazioni avviate negli anni precedenti sia nel biennio che nei trienni di specializzazione, il MPI confermò l’organizzazione oraria e didattica già proposta. Gli indirizzi modificarono il nome rispetto alle specializzazioni:

Chimica; Meccanica; Elettronica e telecomunicazioni; Elettrotecnica ed automazione.

Negli anni successivi e a tutt’oggi, il processo di informatizzazione è cresciuto enormemente in tutti i settori della vita pubblica e privata, contagiando vistosamente i giovani delle ultime generazioni, cresciuti con una nuova mentalità; i computer si sono evoluti ad un ritmo frenetico e il loro utilizzo è ormai indispensabile ovunque.

In questo contesto, nel 2004, il MPI ha concesso all’ITIS Mattei il quinto triennio d’indirizzo; con il progetto “ABACUS” si inaugurò  nell’a.s 2004/2005 l’indirizzo d’Informatica, fortemente sostenuto dall’Università di Urbino, che nel frattempo aveva dato vita alla facoltà di Informatica.

Il profilo del perito informatico richiede competenze specifiche e abilità complesse che vanno ben oltre la semplice sintonia con il computer che spesso possiedono fin da bambini.

-          collaborare all'analisi di sistemi di vario genere, alla progettazione di programmi applicativi ed allo sviluppo di software per sistemi industriali e di telecomunicazioni;

-          sviluppare pacchetti software nell'ambito di applicazioni di vario genere, come sistemi di automazione ed acquisizione dati, banche dati, sistemi gestionali;

-          progettare e dimensionare sistemi di elaborazione dati di aziende e realtà produttive e curarne l'esercizio;

-          assistere gli utenti dei sistemi di elaborazione dati fornendo loro consulenza e formazione di base sul software e sull'hardware.

Nell’anno scolastico 2010-2011, a partire dalla classe prima,  è stata attivata la riforma degli Istituti Tecnici ( nota come riforma Gelmini). Questa riforma prevede alcuni cambiamenti sostanziali nella struttura del corso di studi, che è diviso in due bienni ed un quinto anno. L’orario settimanale passerà da 36 a 32ore di lezione. Dall’analisi dei documenti pubblicati, si registra in generale un incremento dello studio della lingua inglese e viene dato più spazio all’area tecnico-scientifica. Per quanto riguarda l’ITIS di Urbino, a regime, saranno attivi i seguenti indirizzi: Chimica, Materiali e Biotecnologie; Elettronica ed Elettrotecnica; Informatica e Telecomunicazioni; Meccanica, Meccatronica ed Energia.

Prof.sse Silvana Arduini e Maria Grazia Fabi